Guadagnare con il trading sulle azioni Mediaset

Trading Mediaset

Mediaset è un gruppo media multinazionale quotato alla Borsa di Milano dal 1996, operante prevalentemente nel settore televisivo in Italia e Spagna. La principale attività italiana è quella relativa al broadcasting di televisione commerciale con tre delle maggiori reti generaliste italiane e un esteso portafoglio di canali tematici gratuiti e a pagamento che offrono contenuti anche esclusivi centrati su calcio, cinema, serie TV, documentari e canali bambini nonché un comparto di attività radiofoniche. Le scelte strategiche del Gruppo hanno portato il titolo a crescere più del 45% nel primo semestre 2021. È, quindi, opportuno conoscere i principali market movers che potrebbero consentirti di guadagnare facendo trading sulle azioni Mediaset.

Il gruppo Mediaset in breve

Mediaset è un gruppo media multinazionale quotato alla Borsa di Milano dal 1996, operante principalmente nel settore televisivo in Italia e Spagna. In Italia Mediaset è l’operatore con tre delle maggiori reti generaliste italiane e un esteso portafoglio di canali tematici gratuiti e a pagamento. Ha inoltre costituito il proprio comparto radiofonico commerciale, riunendo quattro delle maggiori emittenti nazionali.

Il Gruppo Mediaset realizza programmi di intrattenimento, news e approfondimento. Con le controllate Medusa e Taodue è attivo nella distribuzione cinematografica e nella produzione di film e fiction televisive. Inoltre offre contenuti sportivi, cinematografici e seriali acquisiti da soggetti terzi.

Tra le altre attività core si richiama la raccolta pubblicitaria televisiva, delle emittenti radiofoniche e dei siti del Gruppo gestiti dalla concessionaria Mediamond in joint venture con Mondadori, che contribuiscono alla generazione della principale fonte di ricavo del Gruppo costituita dalla vendita di spazi pubblicitari sui vari mezzi in ottica di copertura crossmediale.

Infine, tra le altre attività accessorie al core business il Gruppo si occupa di produzione e distribuzione cinematografica, tele shopping, attività editoriali, licensing e merchandising.

Mediaset e Vivendi: guerra e pace

Nel 2016, i risultati economici consolidati e la generazione di cassa dell’esercizio hanno inevitabilmente risentito dei danni subiti da Mediaset a seguito della mancata esecuzione del contratto da parte di Vivendi.

Mediaset e Vivendi, infatti, hanno sottoscritto un contratto che prevedeva la cessione, da Mediaset a Vivendi, di un ammontare di azioni Mediaset già esistenti pari al 3,50% del capitale sociale di Mediaset, a fronte della cessione da Vivendi a Mediaset di un ammontare di azioni proprie già esistenti o di nuova emissione pari allo 0,54% del capitale sociale di Vivendi; e contemporaneamente la cessione, da RTI a Vivendi, del 100% del capitale sociale di Mediaset Premium a fronte della cessione da Vivendi a RTI di un ammontare di azioni proprie già esistenti o di nuova emissione pari al 2,96% del capitale sociale di Vivendi.

Al completamento di tali operazioni Mediaset e RTI sarebbero risultate titolari, complessivamente, del 3,5% del capitale sociale di Vivendi mentre quest’ultima avrebbe acquisito il 100% di Mediaset Premium ed il 3,5% del capitale sociale di Mediaset.

Nel corso delle operazioni, tuttavia, Vivendi ha comunicato a Mediaset la proposta di uno schema alternativo dell’operazione e l’intenzione di non voler dare esecuzione agli impegni assunti con la sottoscrizione del contratto. Il Consiglio di Amministrazione di Mediaset ha deliberato di respingere la proposta alternativa di Vivendi giudicata irricevibile perché incompatibile con il contratto vincolante già firmato.

Per questo motivo Mediaset ha portato in tribunale Vivendi al fine di ottenere l’esecuzione coattiva del contratto per ordine del giudice e il risarcimento dei danni subiti. Nel frattempo Vivendi ha tentato una scalata su Mediaset comunicando di avere acquisito una quota azionaria pari al 3,5% e anticipando l’intenzione di salire al 10-20% del capitale.

Il CdA di Mediaset ha, quindi, presentato un esposto all’AGCom in cui ha segnalato l’illegittimità della condotta posta in essere da Vivendi in violazione della disciplina di settore, nonché il possibile ostacolo alle strategie di sviluppo di Mediaset.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha accertato che la posizione di Vivendi non risulta conforme alle prescrizioni di cui al comma 11 dell’art. 43 del decreto legislativo 31 luglio 2015, n. 177, in ragione delle partecipazioni azionarie detenute da tale società in Mediaset S.p.A. e ha ordinato a Vivendi di rimuovere la posizione vietata. Il provvedimento, tuttavia, è stato impugnato da Vivendi.

Prima della fine del 2016 Vivendi deteneva il 28,8% del capitale ordinario di Mediaset, equivalente al 29,94% delle azioni in circolazione con diritti di voto.

Il 3 maggio 2021 Mediaset e Vivendi hanno raggiunto un accordo globale per mettere fine alle loro controversie rinunciando reciprocamente a tutte le cause e denunce pendenti. Il closing dell'accordo è previsto per il 22 luglio 2021. In virtù di tale accordo Vivendi riconoscerà a Mediaset il risarcimento di 1,7 milioni di euro indicato nella sentenza del Tribunale di Milano (procedimento 47205/2016) e di quello di 26,3 milioni di euro legato al contenzioso Dailymotion, portale francese appartenente al Gruppo Vivendi, condannato dal Tribunale di Roma a risarcire Mediaset per avere pubblicato sul proprio sito, senza alcuna autorizzazione, un migliaio di video coperti da diritto d’autore.

Investimenti Mediaset

Interessanti le operazioni che Mediaset ha condotto relativamente alle attività radiofoniche e che l’hanno portata ad assumere il controllo di RB1 S.p.A. e delle emittenti radiofoniche Radio 105 e Virgin Radio. Già nel 2015 la società aveva acquisito R101. In questo modo, nel 2016, è nato RadioMediaset, il primo polo editoriale radiofonico italiano per ascolti e raccolta pubblicitaria che riunisce le attività radiofoniche del Gruppo in R101, Radio 105 e Virgin Radio e la partnership con Radio Monte Carlo. Il gruppo radiofonico ha continuato a crescere nel 2017 con l’acquisizione di Radio Subasio e Radio Aut. Nel 2018 è stato acquisito il 100% delle azioni di RMC Italia S.p.A. società a cui fa capo il network Radio MonteCarlo.

A livello internazionale, Mediaset nel 2019 ha effettuato l'acquisizione della quota di partecipazione del 15,1% del principale broadcaster tedesco ProsiebenSat1 e avviato il progetto industriale MFE-MediaForEurope.

Previsto, per la seconda metà del 2021, al trasferimento della sede legale Mediaset in Olanda. La residenza fiscale di Mediaset S.p.A. sarà mantenuta in Italia e non è, pertanto, previsto alcun cambiamento in ordine al pagamento in Italia di imposte dirette e indirette.

Bilancio Mediaset

Il 2016 è stato anche l’anno più nero di Mediaset, con 294,5milioni di euro di perdita. È questo l’effetto del mancato rispetto degli accordi da parte di Vivendi che ha inciso pesantemente sui conti del Biscione. La società, infatti, gode di buona salute. Prova ne è quel giro di affari di 3,667miliardi di euro.

Ricavi netti consolidati e costi operativi in diminuzione nel 2017 e il Gruppo chiude con un utile di 90,5 milioni di euro.

Nel 2018 Mediaset cede il controllo di Ei Towers determinando sulla base del corrispettivo di 644,4 milioni di euro riconosciuto a Mediaset da 2iTowers una plusvalenza netta pari a 498,2 milioni di euro ed un miglioramento della posizione finanziaria netta consolidata.

Nel 2019 la debolezza del mercato pubblicitario ha provocato un calo dei ricavi.

Il calo dei ricavi si è amplificato nel 2020 per effetto della pandemia. Infatti, dopo i primi due mesi che avevano registrato un andamento positivo, i ricavi pubblicitari hanno registrato nel mese di marzo un calo violento e improvviso in grado invertire il trend di mercato, determinando un segno negativo nella raccolta pubblicitaria del Gruppo nel primo trimestre. Il calo si è ampliato nel secondo trimestre in concomitanza con il periodo di lockdown e con la sospensione di importanti eventi sportivi live (Champions League).

Il mutato contesto economico ha impattato inevitabilmente sulla principale fonte di ricavo costituita dalla raccolta pubblicitaria. Infatti, i clienti appartenenti a business non significativamente impattati dalla pandemia (settore farmaceutico, dell’igiene personale, pulizia della casa, grande distribuzione alimentare, e-commerce, tecnologici e OTT) hanno mantenuto le loro campagne pubblicitarie. Altri clienti, come quelli appartenenti ai settori finanza, auto, assicurazioni hanno posticipato le campagne o, addirittura cancellate (come per i settori della cosmetica, i viaggi e il turismo, l’abbigliamento). Solo nella seconda parte dell’anno si è registrata una leggera crescita.

L’impatto sui margini economici e sulla generazione di cassa risulta comunque attenuato dalle contestuali e tempestive azioni di contenimento dei costi prontamente attivate per fronteggiare tale emergenza.

Il 2021 ha registrato una accelerazione dei ricavi pubblicitari con i primi tre mesi che segnano una raccolta lorda in crescita del 6,1% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, periodo che è stato solo parzialmente colpito dagli effetti dell’emergenza sanitaria. I ricavi pubblicitari complessivi di Mediaset in Italia nei primi quattro mesi del 2021 hanno registrato una crescita superiore al 21% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Mediaset in borsa

Le informazioni che ti ho dato fino ad ora ti hanno permesso di conoscere meglio il Gruppo Mediaset, le attività, il business e le potenzialità. Ho recuperato le informazioni che sto per darti dal mio diario di trading (piuttosto, ti suggerisco di utilizzarlo anche tu; qualcosa senza grandi pretese, anche in Excel va benissimo). Ti parlerò, in particolare, delle performance che Mediaset ha registrato in Borsa a decorrere dal 2016 e fino ad oggi. Potrebbe essere per te l’occasione di concentrare le tue attenzioni sul titolo e guadagnare con il trading di Mediaset.

Fai attenzione, però, perché il trading in Borsa è un’attività piena di rischi e insidie. Guadagnare col trading non è sempre facile. Prima di iniziare a operare, pertanto, ti suggerisco di leggere l’articolo che ti spiega come fare soldi con il trading.

Nel 2016 il Ftse Mib ha chiuso l’anno negativamente con una performance pari a -7,23%. Il trend decrescente è stato influenzato dall’aggiornamento al ribasso delle stime del Fondo Monetario Internazionale relative alla crescita economica mondiale, dal rallentamento della Cina, dalle preoccupazioni legate alle continue fluttuazioni del prezzo del petrolio e dell’incertezza generata dall’inaspettato esito del referendum sulla Brexit e della crisi che ha coinvolto il settore bancario italiano. A creare volatilità anche le elezioni americane.

Il titolo Mediaset ha sostanzialmente replicato l’andamento del Ftse Mib, amplificando, però, i propri margini a causa delle speculazioni legate all’evolversi del business della Pay-TV e ha chiuso il 2016 con una performance positiva dell’11,78%, sovraperformando il principale indice italiano del 20%. Da evidenziare, inoltre, che nel mese di luglio 2016 il CdA ha deliberato l’adozione di un programma di acquisto di azioni proprie ordinarie fino ad un massimo del 5% del capitale.

Il 2017 è stato, invece, un anno caratterizzato da una relativa stabilità dei principali mercati finanziari europei e il FTSE Mib ha chiuso l’anno positivamente con una performance pari a +11,69%. Il titolo Mediaset, tuttavia, ha chiuso il 2017 con una performance negativa pari a -22,21% scontando gli riequilibri del prezzo che all’inizio del 2017 inglobava gli effetti del rapido ingresso di un nuovo azionista nella compagine sociale.

Nel 2018 l’economia mondiale ha registrato una crescita del PIL attorno al +3%. Decisamente inferiore la crescita dell'Italia che ha chiuso il 2018 con un +0,80%, in significativo ribasso rispetto alle previsioni. Dopo l’insediamento, a metà anno, del nuovo governo, è maturata l’incertezza degli investitori in riferimento all’orientamento delle politiche economiche. Ciò ha determinato forti tensioni sui mercati finanziari, con il differenziale del rendimento dei titoli di Stato decennali italiani e quelli tedeschi che ha toccato quota 330 punti base e con il Ftse Mib che ha chiuso l’anno con una performance pari a -16,12%. Mediaset ha chiuso il 2018 con una performance negativa del -14,73%.

L’economia globale ha continuato la sua crescita nel 2019 chiudendo con un +2,9%, in rallentamento rispetto all’anno precedente. I rischi di inasprimento delle tensioni geopolitiche, i conflitti tariffari e le tensioni collegate alla Brexit, hanno negativamente influito sulla crescita globale, frenando investimenti, produzione industriale e commercio mondiale. L’Italia, tuttavia, ha sofferto più dell’anno precedente e ha chiuso con una variazione positiva del PIL di circa il +0,2%. L’incertezza politica interna e le crescenti tensioni politico-economiche a livello globale hanno determinato una discreta volatilità dei mercati finanziari. Il FTSE Mib ha chiuso l’anno positivamente con una performance pari a +28,23%. Mediaset ha invece chiuso il 2019 con una performance negativa del -5,51%.

A partire dalla fine del mese di gennaio 2020 lo stato di emergenza sanitaria connesso alla diffusione dell’epidemia COVID-19 si è progressivamente aggravato assumendo una portata internazionale che ha rapidamente determinato il deterioramento del contesto economico e dei mercati finanziari su scala globale. Il PIL mondiale, infatti, è risultato pari al -3,9%, con andamenti molto diversi tra i vari Paesi e le diverse aree geografiche (l’unica economia in crescita è stata la Cina con una variazione del Pil pari al +2,2%).

La crisi epidemiologica, che ha pesantemente investito tutti i principali Paesi nella prima parte dell’anno con particolare riferimento ai settori maggiormente sottoposti a restrizioni, è entrata dapprima in una fase transitoria caratterizzata da un allentamento delle severe misure di restrizione adottate dalle autorità governative all’inizio dell’emergenza sanitaria e successivamente, nell’ultima parte dell’anno, in una fase caratterizzata nuovamente da una generalizzata ripresa della curva dei contagi, alimentata anche da diverse varianti internazionali del virus e accompagnata da nuove diffuse misure restrittive per la mobilità sociale e l’esercizio di molte attività economiche al dettaglio.

Tutte le principali aree economiche hanno registrato una pesante recessione economica. In Italia, il calo del prodotto interno lordo su base annua si è attestato al -8,9%. A cadere sono stati soprattutto i consumi di servizi relativi ai viaggi e al turismo.

Anche i mercati finanziari hanno risentito dell’emergenza epidemiologica e, al fine di arginare l’intensa volatilità e negatività del mercato finanziario, la Consob ha imposto il divieto sulle vendite allo scoperto (short selling) durante il periodo 17 Marzo – 18 Maggio.

La BCE ha proseguito e progressivamente rafforzato e ampliato le misure di politica monetaria espansiva, affiancando al tradizionale Quantitative Easing un nuovo programma straordinario di acquisto titoli del settore pubblico e privato per fronteggiare l’emergenza denominato Pandemic Emergency Puchase Program (PEPP).

La Commissione Europea ha, inoltre, varato un programma denominato Next Generation EU (NGEU) che prevede la messa a disposizione di fondi per complessivi 750 miliardi di euro (di cui 672,5 miliardi attraverso lo strumento principale costituito dal Recovery and Resilence Facility - RFF), finanziato da obbligazioni emesse dall’UE da destinare e allocare con diverse modalità (prestiti agevolati e sussidi a fondo perduto). L’accesso a tali fondi è subordinato alla predisposizione da parte di ciascuno Stato Membro di specifici piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR). Tra le numerose misure adottate dalla Commissione, anche lo stanziamento di un fondo a sostegno dell’occupazione negli Stati membri (fondo SURE, circa 90 milioni), la sospensione del Patto di stabilità per permettere l’emissione di nuovo debito e finanziare le necessarie misure a sostegno delle economie nazionali e l’emissione di una nuova linea di credito in seno al MES, il cosiddetto Fondo salva-Stati.

Il FTSEMib ha chiuso il 2020 con una performance pari a -6,73% mentre il titolo Mediaset ha chiuso il 2020 con una variazione negativa pari a -22,60%.

Da gennaio 2016 a dicembre 2020 il titolo ha quasi dimezzato il proprio valore passando da 3,76 euro a 2,09 euro (-45%). Poi, dal 1° gennaio 2021 il titolo ha ripreso vigore portandosi a 3,04 euro (dato al 30 giugno 2021) con un progresso del 45,9%.

In questo articolo non potrò darti le previsioni trading di Mediaset né potrò fornirti gli indicatori trading. Però posso dirti che, con un efficace trading system, potrai indubbiamente guadagnare investendo nelle azioni Mediaset. I trading system non sono altro che programmi che, in assoluta autonomia, acquistano o vendono azioni seguendo un determinato algoritmo ossia una serie di regole che tu stesso hai definito. Per costruirti il tuo trading system sulle azioni Mediaset puoi leggere questo ebook di Vincenzo Iavazzo.

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