
È sufficientemente chiaro il provvedimento del 9 ottobre 2025, prot. 369141 dell’Agenzia delle entrate: i soggetti titolari di partita IVA per i quali sono state rilevate differenze tra i dati della dichiarazione IVA relativa al periodo d’imposta 2023 e l’importo delle operazioni IVA trasmesse telematicamente riceveranno una comunicazione per l’adempimento spontaneo. I controlli sulle dichiarazioni IVA si portano dietro non soltanto l’ulteriore impegno lavorativo di rendicontare al fisco tutte le operazioni per giustificare eventuali discrasie ma nascondono anche insidiose sanzioni. In questo articolo, ti spiego come proteggerti dalle sanzioni che potrebbero essere emesse a seguito dei controlli sulla tua dichiarazione IVA.
Lo strumento di compliance per imprese e professionisti
Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate si inserisce nel quadro delle politiche di “tax compliance”, potenziando l’approccio collaborativo tra Fisco e contribuente. Attraverso il confronto tra dati delle fatture elettroniche, corrispettivi telematici e dichiarazioni IVA, l’Agenzia individua eventuali differenze e le comunica direttamente ai soggetti interessati.
Queste comunicazioni non hanno natura accertativa ma rappresentano un invito al dialogo: un’occasione per valutare la correttezza dei dati e fornire eventuali chiarimenti o integrazioni.
Dati messi a disposizione del contribuente
Ogni comunicazione conterrà informazioni dettagliate, tra cui il codice fiscale del contribuente, l’anno d’imposta, l’importo complessivo delle operazioni IVA attive e passive, nonché l’elenco dei clienti e dei fornitori coinvolti. Tali informazioni saranno consultabili tramite il Cassetto fiscale e l’interfaccia “Fatture e Corrispettivi”, accessibili con le credenziali digitali SPID, CNS o CIE.
Se qualcosa non torna al fisco, quindi, parte una lettera tramite posta elettronica certificata che invita il contribuente a verificare che i dati in suo possesso siano corretti. È questa la sede in cui si potranno fornire elementi, fatti e circostanze sconosciuti all’Agenzia delle entrate ma che permettono di giustificare la presunta anomalia.
Questa trasparenza consente al contribuente o al suo intermediario di verificare le discrepanze e predisporre eventuali correzioni con tempestività, evitando che l’anomalia evolva in una contestazione formale.
Come interagire con l’Agenzia delle Entrate
Il contribuente può richiedere chiarimenti o comunicare elementi non conosciuti dall’Amministrazione attraverso i canali indicati nella comunicazione ricevuta. È possibile agire autonomamente o tramite il proprio commercialista, che potrà interfacciarsi con l’Agenzia in qualità di intermediario abilitato.
Quindi, la prima cosa da fare per evitare sanzioni è innanzitutto chiedere chiarimenti. Quindi segnalare elementi, fatti e circostanze sconosciute all’Agenzia delle entrate.
Regolarizzare le anomalie e ridurre le sanzioni
Chi riceve una comunicazione di anomalia ha la facoltà di regolarizzare spontaneamente eventuali errori o omissioni attraverso il ravvedimento operoso previsto. In questo modo è possibile sanare la violazione e beneficiare di una riduzione proporzionale delle sanzioni in base al tempo trascorso.
Si tratta di un’opportunità fondamentale per imprese e professionisti, che possono evitare l’avvio di controlli più invasivi e dimostrare la propria buona fede collaborando attivamente con l’Amministrazione finanziaria.
Quindi, il contribuente che si rende conto di avere commesso un errore deve immediatamente regolarizzare la propria posizione. Le sanzioni scattano comunque ma si può beneficiare di una riduzione in virtù del ravvedimento operoso.
Proteggi la tua impresa dagli errori IVA
Errori, omissioni o semplici disallineamenti tra i dati IVA dichiarati e quelli trasmessi telematicamente possono comportare sanzioni significative e controlli approfonditi. Per evitare conseguenze dannose è fondamentale conoscere a fondo gli adempimenti IVA, saper leggere correttamente i flussi di fatture elettroniche e utilizzare con metodo gli strumenti di ravvedimento operoso.
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