Come aprire un bar con i contributi Resto al Sud

Come aprire un bar

Il bar è un luogo di ritrovo sociale per gli italiani, un’abitudine irrinunciabile per molti. Per gli imprenditori del Centro e Sud Italia, aprire un bar può essere una scelta vincente poiché è a loro disposizione Resto al Sud, una misura di sostegno che prevede la concessione di un contributo a fondo perduto e un finanziamento a tasso agevolato.

L’opportunità di aprire un bar

Grazie alla ripresa del turismo, il settore della ristorazione in Italia vive una fase di grande sviluppo e attrattività. Molti turisti scelgono il nostro Paese per gustare le sue specialità culinarie e i suoi vini. Di fronte a questa opportunità, gli imprenditori italiani stanno investendo sempre più nelle attività ristorative e decidono di aprire un bar e offrire servizi veloci e di qualità.

Il bar è un luogo di ritrovo sociale per gli italiani. Per molti è un’abitudine irrinunciabile, che si tramanda di generazione in generazione. La colazione al bar è un momento di condivisione con la famiglia o gli amici, un’occasione per iniziare la giornata con il piede giusto. Il caffè è un simbolo dell’Italia, una bevanda che si gusta in ogni momento della giornata, dal mattino alla sera. Il bar è anche un luogo di incontro per lavoro o studio. È il posto ideale per fare una pausa, per discutere di affari o per studiare in compagnia. L’aperitivo è un’altra tradizione italiana, un momento di convivialità in cui si gustano stuzzichini e bevande. Ecco perché il bar è un’ottima opportunità di business.

Il settore dei bar è in continua crescita. Per gli imprenditori del Centro e Sud Italia, aprire un bar può essere una scelta vincente. È, infatti, a disposizione degli imprenditori del Centro e Sud Italia che vogliono aprire un bar, una misura di sostegno, denominata Resto al Sud, che consiste in un mix di contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso agevolato.

La misura Resto al Sud in sintesi

La misura Resto al Sud prevede un finanziamento del 100% delle spese necessarie per l’avvio dell’attività (con un finanziamento massimo di 50.000 euro per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di società composte da quattro soci), suddiviso in due parti:

  1. 50% a fondo perduto, che non deve essere restituito;
  2. 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia.

Le spese ammissibili alla misura Resto al Sud sono le seguenti:

  • ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa);
  • macchinari, impianti e attrezzature nuovi;
  • programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione;
  • spese di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative) – massimo 20% del programma di spesa.

Finanziamenti e contributi per aprire un bar

La misura Resto al Sud mira a sostenere gli imprenditori che risiedono nelle regioni meridionali d’Italia, ossia Calabria, Campania, Abruzzo, Basilicata, Sardegna, Molise, Sicilia e Puglia.

Per ottenere il finanziamento di Resto al Sud devi soddisfare alcune condizioni relative a età (compresa tra 18 e 55 anni), residenza (residente o domiciliato in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), attività imprenditoriale (attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, fornitura di servizi alle imprese e alle persone, turismo, commercio, attività libero professionali).

La domanda si può fare solo online, tramite il portale di Invitalia, allegando la documentazione richiesta. Lo scoglio più grande è rappresentato dal business plan che descrive il progetto da realizzare (ma se continui a leggere troverai gli strumenti che ti aiuteranno superare questo scoglio).

Avviare un bar: operazioni preliminari

Prima di intraprendere l’avventura di aprire un bar è essenziale sottoporre l’intera operazione a una valutazione accurata. Tale analisi dovrebbe comprendere la stima dei costi associati, l’acquisizione dei requisiti legali e burocratici, l’apertura di una partita IVA, la disponibilità di un locale adeguato dotato delle necessarie attrezzature e l’assicurazione di avere a disposizione i fondi necessari per sostenere l’avvio e la gestione dell’attività.

Il cuore pulsante di questa preparazione è rappresentato dal business plan, un documento fondamentale che offre una panoramica completa di ogni aspetto connaturato all’apertura del bar. Attraverso il business plan, è possibile analizzare in dettaglio i costi operativi, delineare le proiezioni di guadagno, e valutare i pro e i contro di questa iniziativa imprenditoriale.

Il business plan funge da guida strategica, consentendo di pianificare con attenzione ogni fase del processo imprenditoriale. Esso fornisce una visione chiara degli obiettivi finanziari e operativi, permettendo agli imprenditori di anticipare le sfide potenziali e di capitalizzare sulle opportunità emergenti. Inoltre, facilita la comunicazione delle intenzioni imprenditoriali a potenziali investitori o finanziatori, fornendo una base solida su cui basare decisioni chiave e garantendo una gestione oculata e sostenibile del bar nel lungo periodo.

Quanto costa aprire un bar

Aprire un bar richiede un investimento variabile, che dipende da molti elementi, come la grandezza e la posizione del locale. Per un bar di dimensioni medie, tra i 50 e i 70 mq, si stima una spesa tra i 50.000 e gli 80.000 euro. Per un bar più grande, tra i 150 e i 200 mq, la spesa può aumentare tra i 150.000 e i 300.000 euro. Infine, per chi vuole comprare un bar già in attività e con una buona clientela, l’investimento può essere ancora più alto.

Ma se vuoi ridurre le spese potresti valutare la soluzione alternativa del bar in franchising.

Il franchising è una formula imprenditoriale che consente a un affiliato (detto anche franchisee) di avviare un bar utilizzando il marchio, il know-how e le competenze di un franchisor (detto anche affiliante).

In sintesi, il franchisor mette a disposizione dell’affiliato un format già collaudato, che include:

  • il marchio e il logo;
  • i prodotti e i servizi offerti;
  • la strategia di marketing e comunicazione;
  • la formazione e l’assistenza tecnica.

Il costo di apertura di un bar in franchising varia a seconda del marchio e del format scelto. In generale, può oscillare tra i 15.000 e i 45.000 euro.

A fronte di questi vantaggi, l’affiliato deve rispettare alcuni obblighi, tra cui:

  • il versamento delle royalty al franchisor, che rappresentano una percentuale dei ricavi;
  • la scelta dei fornitori limitata a quelli indicati dal franchisor;
  • il rispetto delle linee guida e delle procedure stabilite dal franchisor.

Strumenti utili per aprire un bar di successo

Aprire un bar è un’opportunità interessante per gli imprenditori del Centro e Sud Italia. Il settore è in continua crescita e offre numerose opportunità di guadagno. Inoltre, la misura Resto al Sud offre un contributo a fondo perduto che può stimolare l’avvio dell’attività. Se stai pensando di avviare il tuo bar di successo posso darti un paio di strumenti utili:

  1. il modello di business plan per bar in Excel: ti permette di analizzare il mercato, definire la tua strategia, pianificare le tue entrate e le tue spese e presentare il tuo progetto a Invitalia. Inserisci i tuoi dati e ottieni automaticamente un progetto di business già completo, con grafici e tabelle che illustrano la tua idea in modo convincente;
  2. l’ebook Guida all’incentivo Resto al Sud: ti permette di conoscere tutto quello che devi sapere per accedere alla misura e ottenere il contributo a fondo perduto e il finanziamento agevolato. L’ebook è scritto in un linguaggio semplice e chiaro, ed è ricco di informazioni utili.
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