Contabilità ratei e risconti: tutto ciò che devi sapere

Ratei e risconti

Ratei e risconti sono voci contabili che si registrano al termine dell'esercizio per adeguare i costi e i ricavi alla loro effettiva competenza economica. Si tratta, più nel dettaglio, di scritture che integrano o rettificano le registrazioni effettuate durante l'anno in modo da riflettere la reale situazione patrimoniale e reddituale dell'impresa.

Definizione di ratei e risconti

Come spiega Alberto Quagli nel libro Bilancio e principi contabili i ratei e risconti attivi rappresentano rispettivamente crediti presunti, derivanti da proventi di competenza dell'esercizio in chiusura ma esigibili in esercizi successivi (ratei attivi) e costi sostenuti entro la cbhiusura dell'esercizio ma di competenza di esercizi successivi (risconti attivi). Essi comprendono anche il disaggio su prestiti, che rappresenta un costo finanziario anticipato, contabilizzato nel momento dell'accenzione del debito e ripartito per competenza lungo tutta la durata del prestito a cui esso si riferisce.

Cosa sono i ratei

I ratei sono quote di costi o ricavi che si riferiscono all'esercizio in corso ma che sono stati pagati o incassati in un altro esercizio. La loro funzione è quella di anticipare parte di quei costi (o ricavi) che si trovano a cavallo di due annualità.   

Si parla, pertanto, di:

  • ratei attivi: quando si anticipa la quota di un ricavo;
  • ratei passivi: quando si anticipa la quota di un costo.

I ratei sono collocati nello Stato patrimoniale tra le voci dell'attivo circolante (ratei attivi) e del passivo circolante (ratei passivi). Sono considerati crediti o debiti a breve verso terzi in quanto relativi a prestazioni già effettuate ma non ancora pagate o incassate.

Cosa sono i risconti

I risconti sono quote di costi o ricavi che si riferiscono a uno o più esercizi futuri ma che sono stati pagati o incassati nell'esercizio in corso. La loro funzione è di sospendere parti di quei costi o ricavi a cavallo di due annualità.   

Si parla, pertanto, di:

  • risconti attivi: quanto si sospende la quota di un costo;
  • risconti passivi: quando si sospende la quota di un ricavo.

I risconti sono collocati nello Stato patrimoniale tra le voci dell'attivo circolante (risconti attivi) e del passivo circolante (risconti passivi). Sono considerati crediti o debiti a breve verso terzi in quanto relativi a prestazioni non ancora effettuate ma già pagate o incassate.

Ratei e risconti: un esempio pratico

Per calcolare ratei e risconti si deve individuare il periodo di competenza economica del costo o del ricavo e la quota da attribuire all'esercizio in corso e a quello futuro.   

Immagina, ad esempio, l'addebito di interessi passivi che gravano su un finanziamento. In data 1° aprile l'impresa Alfa S.p.A. accende un finanziamento sul quale gravano interessi passivi pari a euro 1.200 da corrispondere posticipatamente (ossia al 31 marzo dell'anno successivo). Ciò che appare subito evidente è che gli interessi che saranno corrisposti l'anno successivo riguarderanno una quota dell'anno corrente (nello specifico una quota pari a 9/12esimi).   

Questo vuol dire che alla fine dell'esercizio corrente, durante la chiusura bilancio, la società Alfa S.p.A. dovrà necessariamente individuare quella porzione di costi (ma anche di ricavi) la cui manifestazione finanziaria avverrà nell'esercizio successivo e rilevare, in contabilità, i ratei passivi.   

Pensa, ad esempio, alla ditta Alfa S.p.A. che al 31 dicembre deve considerare gli interessi passivi di competenza dell’esercizio in chiusura:

 DareAvere
Interessi passivi su mutui900,00 
Ratei passivi 900,00

Immagina adesso che la stessa ditta Alfa S.p.A. abbia investito un capitale in titoli di Stato che garantiscono un rendimento annuo posticipato pari a euro 600 per il periodo 01/08-31/07. In questo caso, al 31 dicembre dell'anno corrente dovranno essere contabilizzati gli interessi attivi inserendo come contropartita i ratei attivi:

 DareAvere
Ratei attivi250,00 
Interessi attivi su titoli 250,00
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